Giovanni Borromeo, il medico che inventò il morbo di K.

SCHEDA BIOGRAFICA

Nome e cognome: Giovanni Borromeo

Data di nascita: 15 dicembre 1898

Data di morte: 24 agosto 1961

Professione: primario ospedaliero

Luogo di salvataggio: Roma, Ospedale “Fatebenefratelli”

Modalità di salvataggio: ricoverare pazienti con patologia inventata

Onorificenza: Giusto tra le Nazioni, Medaglia di bronzo al Valore Militare nella Prima Guerra Mondiale, Medaglia d’argento al Valore Civile

Fonte dell’immagine: http://db.yadvashem.org/righteous/righteousName.html?language=en&itemId=5221268

Giovanni Borromeo, il medico che inventò il morbo di K.

Giovanni Borromeo è stato un medico italiano che ha ottenuto il titolo di “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato la vita a numerosi ebrei romani inventando, per ricoverarli, una malattia infettiva inesistente, che ha chiamato, con spirito ironico, “Morbo di K”.

Giovanni Borromeo, il medico che inventò il morbo di K.

Giovanni Borromeo è stato un medico italiano che ha ottenuto il titolo di “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato la vita a numerosi ebrei romani inventando, per ricoverarli, una malattia infettiva inesistente, che ha chiamato, con spirito ironico, “Morbo di K”.
Rampollo di una famiglia di noti medici, Borromeo a diciotto anni parte al fronte per partecipare alla Prima Guerra Mondiale, dalla quale torna con una medaglia di bronzo al Valore Militare.Dopo essersi laureato in medicina con il massimo dei voti nel 1922, vince nel 1931 e nel 1933 due concorsi da primario medicoma in entrambi i casi non può ricoprire il posto perché rifiuta di prendere la tessera del Partito Nazionale Fascista.

Chiamato dal priore, padre Maurizio Bialek, a fare da primario al “Fatebenefratelli” all’Isola Tiberina, trasforma l’antico nosocomio, ormai ridotto a semplice cronicario, nel più moderno ed efficace ospedale di Roma. Dopo l’8 settembre, durante l’occupazione nazista, l’ospedale, che si trova in area extraterritoriale, diviene rifugio di fuggitivi di ogni provenienza; il professor Borromeo, rischiando la propria vita e in autentica coerenza con il Giuramento di Ippocrate, riesce inoltre a salvare la vita di molti ebrei romani, inventando una malattia per la quale ricoverarli, che chiamerà “Morbo di K”.

Per cosa sta la “K” del nome di tale fantomatica patologia? Forse indica il morbo di Koch o quello di Kreps ma potrebbe anche riferirsi ironicamente a Kappler, il terribile tenente colonnello delle SS che ha chiesto un ingente riscatto agli ebrei prima della “razzia” romana, o a Kesserling, il comandante supremo delle forze tedesche in Italia. Con grande coraggio e maestria nell’arte medica, Giovanni Borromeo è anche in grado di sostenere, nel proprio perfetto tedesco, un contraddittorio con un ufficiale medico della Wehrmacht che ispeziona l’ospedale e ascolta la descrizione del pericolosissimo morbo di K, riuscendo non solo a convincere ma a terrorizzare i tedeschi, che finiscono per andarsene senza avvicinarsi ai degenti.

Sull’operato del primario in favore di ebrei (tra gli altri, i membri delle famiglie ebree Almagià, Ajò, Tedesco e Sacerdoti) e perseguitati di ogni sorta abbiamo le importanti testimonianze di due medici: Vittorio Emanuele Sacerdoti, uno studente ebreo praticante sotto false generalità, e Adriano Ossicini, un volontario, che ha pubblicato nelle sue memorie anche l’elenco di una sessantina di ebrei rifugiatisi nell’ospedale, cui vanno aggiunti altri venti trovati con la ricerca “Memoria della Salvezza” del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), i cui risultati sono stati presentati in Salvarsi, l’importante e imprescindibile volume di Liliana Picciotto dedicato agli ebrei italiani sfuggiti alla Shoah.

Il figlio Pietro ha scritto un agile e interessante volumetto dedicato al ricordo del padre e del suo operato, dal titolo: Il Giusto che inventò il morbo di K. Nel 2004, Giovanni Borromeo è stato dichiarato “Giusto tra le Nazioni”.

 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO

P. BORROMEO, Il Giusto che inventò il morbo di K, Fermento 2007.

A. OSSICINI, Un’isola sul Tevere. Il fascismo al di là del ponte, Roma, Editori Riuniti 1999.

L. PICCIOTTO, Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah, Torino, Giulio Einaudi Editore 2017.

Database e storie dei Giusti dello Yad Vashem: dbyadvashem.org.