Mario Milesi: colui che rischiò tutto per una famiglia di ebrei.

SCHEDA BIOGRAFICA

Nome e cognome: Mario Milesi

Occupazione:direttore di filiale di Frosinone dell’azienda farmaceutica della famiglia Russi

Modalità di salvataggio: nascondere ebrei

Luogo di salvataggio: Roma, in via Taranto

Persone salvate: Vito Russi, sua moglie Anna e la nuora Paola

Mario Milesi: colui che rischiò tutto per una famiglia di ebrei

Mario Milesi nel settembre del 1943 era direttore della filiale di Frosinone dell’azienda Società Anonima Farmaceutica Italiana Russi & C. SPA.

Questa azienda, grazie alle intuizioni di Davide (e poi di Giacomo) Russi  e alla prima distribuzione farmaceutica moderna, aveva  negli anni ’40 del Novecento ben 600 dipendenti. Diventata `Società´ Anonima Farmaceutica Italiana con le leggi razziali, aveva un capitale sociale di 8 milioni.

La ditta Russi era gestita dai fratelli Giacomo e Vito che risiedevano in Ancona dove c’era la sede centrale e lo stabilimento di produzione. La famiglia Russi era di origine ebraica. Sino all’8 settembre 1943, la vita era trascorsa tranquilla per i Russi; con l’occupazione tedesca si cominciò però ad avere paura. Infatti, nei primissimi giorni successivi i tedeschi presero e deportarono Giacomo e il suo giovane figlio. Per l’azienda fu il declino.

Mario Milesi decise di chiudere la filiale di Frosinone, dopo aver messo in salvo il magazzino, e si trasferì in quella di Roma, dove continuò ad operare rifornendo le farmacie di Roma e vicinanze. Nel frattempo, la famiglia Russi si era spostata da Ancona nella Capitale dove era più facile sfuggire ai tedeschi e ai fascisti.

Nel novembre del 1943 un bombardamento distrusse lo stabilimento, in quel momento deserto.Nello stesso mese, Mario Milesi dette rifugio nella sua casa a Paola, la giovane nuora di Vito Russi. La famiglia Milesi abitava in un condominio in via Taranto, dove non era facile tener segreta la presenza di estranei, e l’appartamento non era grandissimo. Alla signora Paola fu assegnata la stanza della figlia Marissa che dava sulla corte interna, con la raccomandazione di avvicinarsi poco alle finestre. Il rischio di essere scoperti dai fascisti infatti era altissimo. Paola restò lì per due mesi, sin quando non trovò un rifugio più sicuro. Alla fine del 1944, a casa dei Milesi si presentò Vito Russi con sua moglie Anna: il loro nascondiglio era stato scoperto e non sapendo dove altro andare a Roma, si erano rivolti a Mario che li ospitò sino alla fine di maggio del 1944, quando si spostarono in un altro ricovero. Nel gennaio  del 1944, il governo delle RSI aveva sequestrato i beni Russi e nominato un sequestratore per gestirli. Mario Milesi riuscì a conquistare la fiducia di quest’ultimo e mantenne integra l’azienda che riprese a funzionare il giorno successivo all’arrivo degli Alleati. Milesi così salvò non solo la vita ma anche i beni dei Russi, al contrario di alcuni suoi colleghi che si arricchirono vendendoli.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO:

Storia della famiglia Russi: http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/10/05/AQW2Ula-famiglia_ritrovata_storia.shtml

M. DVIRI, Un mondo senza noi. Due famiglie italiane nel vortice della Shoah, Milano, Piemme 2015.

E. SOLI, Ancona 1922 – 1940. Dall’avvento del fascismo all’entrata in guerra. Storia narrativa della città. Dall’avvento del fascismo all’entrata in guerra, Rimini, Bookstones 2017.