6 marzo 2019: altri Giusti saranno onorati nel nostro Giardino.

I GIUSTI DEL 6 MARZO 2019

Per celebrare la Giornata dei Giusti, il 6 marzo 2019, presso il Giardino dei Giusti del nostro Istituto, nuovi alberi saranno dedicati alla memoria di alcune persone che hanno speso la propria vita nel fare la cosa giusta.

Saranno onorati i Giusti di seguito indicati.

  • Luciano Serti, quando la cultura prepara alla vita. Professore al Liceo “Francesco Petrarca” di Trieste, si offre di aiutare la sua ex studentessa ebrea Bruna Levi Schreiber, espulsa da scuola per effetto delle leggi razziali del 1938, a studiare per affrontare l’esame di maturità da privatista, non esitando a mettere a repentaglio la propria carriera.
  • Oberdan Bardoni, il Giusto che salvò la famiglia Di Veroli. Fabbricante di reti per letti e antifascista della prima ora, apre la propria casa ai Di Veroli, scampati alla “razzia” degli ebrei di Roma del 16 ottobre 1943, mettendo a rischio l’incolumità propria e della sua numerosa famiglia, salvandoli così dalla deportazione.
  • Calogero Marrone, un funzionario al servizio dell’uomo. Proveniente da una famiglia della media borghesia siciliana, grazie al proprio posto di capo dell’Ufficio anagrafe di Varese riesce a rilasciare centinaia di falsi documenti d’identità a ebrei e antifascisti. Tradito da una delazione, è torturato nel carcere di Varese e deportato nel campo di concentramento di Dachau, ove muore di tifo nel 1945.
  • Adele Zara, una donna piccola dal cuore grande. Vedova e capostipite di una numerosa famiglia, ha coraggiosamente ospitato e amorevolmente curato i Levi, ebrei triestini, durante la persecuzione nazi-fascista (1943-1945)  e per questo è stata proclamata “Giusta tra le Nazioni” dallo Stato di Israele nel 1996.
  • Guelfo Zamboni, il console che salvò più di trecentocinquanta ebrei. Inviato nel 1942 a Salonicco in qualità di Console Generale d’Italia, Guelfo Zamboni ha salvato dalla deportazione nei campi di concentramento più di trecentocinquanta ebrei, producendo a Villa Olgas (il villino del Consolato) passaporti temporanei, lasciapassare e falsi certificati di nazionalità italiana; organizzò inoltre insieme al suo successore, Giuseppe Castruccio, una tradotta che da Salonicco consentì la fuga degli ebrei italiani verso Atene, salvandoli da Auschwitz.
  • Paul Rusesabagina, l’eroe esiliato. Nato nel centro-sud del Rwanda, fa parte degli Hutu ma sposa, nel 1987, Tatiana,  che invece appartiene ai Tutsi. Nel 1994, decide di occuparsi dell’hotel di cui è vicedirettore, nel momento in cui il resto dello staff scappa per l’incursione armata dei Tutsi. Proprio nell’albergo egli si adopera per salvare circa milleduecento persone. La  vicenda di Paul, che oggi purtroppo vive in esilio lontano dal proprio paese, ha ispirato il film Hotel Rwanda, diretto dal regista George Terry.

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