Fonti e metodi d’indagine. Un esempio paradigmatico.

Fonte: www.lilianapicciotto.it

Liliana Picciotto è nata nel 1947 al Cairo d’Egitto da antica famiglia sefardita di origini siriane di Aleppo. Un anno dopo la nascita, a causa dei rivolgimenti politici in Egitto, la sua famiglia si trasferì in Italia, da dove era partita nel 1936 quando il fascismo era stato all’apice della sua affermazione. È cresciuta a Milano, dove si è laureata in Scienze Politiche e dove ha sempre vissuto. È da sempre impegnata negli studi sull’ebraismo, sia laico, sia religioso. Dal 1969 lavora presso il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano (CDEC),avendo ricoperto varie mansioni, da bibliotecaria a conservatrice di archivio, da ricercatrice a storica. Dal 1986 è responsabile del progetto di ricostruzione dei nomi degli ebrei arrestati in Italia durante l’occupazione tedesca e la Repubblica di Salò (1943-1945) pubblicato con il titolo Il libro della memoriae nel sito nomidellashoah.

Per ritrovare i nomi, ha messo in atto una lunga ricerca in archivi pubblici e privati, peregrinando tra Italia, Polonia, Israele, alla ricerca di ogni più piccola traccia degli scomparsi. Con permesso speciale del Ministero della Giustizia, ebbe accesso ai registri matricola di molte carceri italiane, poté sondare gli archivi di stato periferici, gli archivi dei piccoli comuni, ascoltò migliaia di testimoni, registrò circostanze, nomi di luoghi, date utili, si fece dire i numeri di matricola tatuati sui bracci. Nell’archivio dell’ex campo di Auschwitz consultò tutti i documenti superstiti (non bruciati dai tedeschi in ritirata) relativi all’Italia. Nel 1985, poté consultare, prima italiana in assoluto, nell’archivio di Yad Vashem, i microfilm delle carte dell’International Tracing Service, attualmente conservate dalla Croce Rossa internazionale a Bad Arolsen e aperte al pubblico solo nel 2008. Questa ricerca, continuamente aggiornata con nuovi nomi e nuovi dati, è sfociata nel 1991 nella pubblicazione della lista degli ebrei deportati dall’Italia sotto il nome di Il libro della memoria(Mursia, III edizione, 2002).

Il secondo importante progetto da lei diretto, avente per titolo “Memoria della salvezza”, ha come obiettivo di ricostruire le strategie usate dalle famiglie ebree per trovare una via della salvezza dalla “caccia all’ebreo” messa in atto dalle polizie tedesche e italiane tra il 1943 e il 1945 e la parallela reazione della società civile di fronte alla medesima emergenza Shoah. Da tale ricerca è scaturito il libro Salvarsi, edito nel 2017.

Autrice di documentari e CD Rom, ha partecipato, con suoi contributi a centinaia di convegni storici in Italia e all’estero e decine ne ha organizzati in prima persona. Ha prestato la propria consulenza scientifica per mostre e film. Ha presentato serate con Elie Wiesel (premio Nobel per la pace); Leo Valiani (senatore a vita e padre della patria); Simon Wiesenthal (il cacciatore di nazisti morto di recente); Gorgio Perlasca (soccorritore di migliaia di ebrei a Budapest). È   stata ricevuta per la sua opera, in visita privata, dall’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, dall’allora Presidente del Senato Giovanni Spadolini; dall’allora Presidente dello Stato d’Israele Haim Herzog; dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, dal Presidente della Camera Gianfranco Fini.

Il volume da lei curato, assieme a Israel Gutman e Bracha Rivlin, I Giusti d’Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei (Mondadori-Yad Vashem 2005 e 2006), è stato presentato dall’allora Ministro degli Esteri Gianfranco Fini alla Farnesina. Nel novembre del 2006 è stata Guest professor per un seminario sulla Shoah in Italia all’Appalachian State University nel North Carolina. Nel novembre del 2007 è stata invitata a presentare il film Memoriaa Great Barrington nel New England presso il Simon’s Rock College of Bard, a tenere un seminario al Center for Holocaust and Genocide Studies della Clark University di Rochester, diretto da Deborah Dwork, oltreché presentare il lavoro sui Giusti fra le Nazioni al Center for Jewish Studies di New York. È stata speaker ufficiale, come storica accreditata, alla Giornata della memoria 2008 organizzata al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Oltre che responsabile di ricerca presso la Fondazione CDEC, Liliana Picciotto fa parte del comitato di redazione della rivista “La Rassegna mensile di Israel” e del comitato scientifico della rivista “Quest”. Ha pubblicato nel 2010 l’importante opera L’alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli 1943-1944 (Mondadori). Nel 2017 ha pubblicato il libro Salvarsi, Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah 1943-1945, Einaudi, frutto della ricerca “Memoria della salvezza”.

Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti.

  • Iscrizione al Libro d’oro del Keren Kayemeth Leisrael, Milano 1991
  • Premio San Camillo, Napoli 1992
  • Premio speciale Acqui Storia, Acqui 1992
  • Menzione speciale Premio Viareggio, Viareggio 1993
  • Targa speciale XXI premio Internazionale Efebo d’Oro, Agrigento 1999
  • International Prize della Comunità europea per il miglior prodotto culturale innovativo del 2000 (CD Rom: Destinazione Auschwitz)

INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE E SITOGRAFICHE ESSENZIALI DI RIFERIMENTO

L. PICCIOTTO,Il libro della memoria. Gli Ebrei deportati dall’Italia (1943-1945), Milano, Mursia 2002.

ID., I. GUTMAN, B. RIVLIN (a cura di) I giusti d’Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei. 1943-1945, Milano, Mondadori 2006.

ID., L’alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli. 1943-1944, Milano, Feltrinelli 2010.

ID., Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah. 1943-1945, Torino, Einaudi 2017.

www.anpi.it

www.cdec.it

www.gariwo.net

www.lilianapicciotto.it

www.nomidellashoah.it

www.treccani.it

www.yadvashem.org