Enrico Calamai, l’eroe discreto di Buenos Aires.

SCHEDA BIOGRAFICA 

Nome e cognome: Enrico Calamai

Data e luogo di nascita: 24 giugno 1945, Roma

Nazionalità: italiana

Occupazione: diplomatico

OpereFaremo l’America: l’impossibile normalità di un console italiano in Argentina negli anni della dittatura; Niente asilo politico. Diplomazia, diritti umani e desaparecidos.

Fonte dell’immagine: https://it.gariwo.net/i/3121_Calamai.jpg

ENRICO CALAMAI, un diplomatico italiano in difesa dei diritti umani in America Latina.

Nel 1972, il giovane diplomatico italiano Enrico Calamai è inviato come viceconsole dal Ministero degli Affari Esteri a Buenos Aires, in Argentina, dove tanti cittadini hanno il doppio passaporto perché sono figli di emigrati che hanno la cittadinanza del Bel Paese. Il clima politico è teso e molti sono i giovani impegnati in politica.

Poco dopo che i militari hanno rovesciato con un golpe il governo legittimo di Salvador Allende, Calamai è spedito a Santiago del Cile, dove l’ambasciata si è riempita di rifugiati di origine italiana (più di quattrocento persone) che richiedono asilo politico. Mentre il governo italiano non vorrebbe creare un incidente diplomatico con l’esercito di Pinochet, Calamai aiuta i rifugiati, mettendo a punto un compromesso per farli fuggire nel nostro paese: essi sarebbero potuti partire ma subito dopo i militari cileni avrebbero circondato l’edificio in modo da non permetterne più l’accesso.

Tornato nuovamente a Buenos Aires presso il consolato italiano nel 1976, Calamai fa esperienza di un altro  colpo di stato, quello del generale Videla in Argentina.“Nel centro di Buenos Aires in effetti tutto sembrava continuare nella più assoluta normalità, il traffico era quello di sempre, le stesse erano le file davanti ai cinema, ai teatri, ai concerti, la città conservava la sua vivacità anche se non più la sua effervescenza culturale. Tra i tanti segnali multicolori di un’immutata scenografia urbana, soltanto l’improvviso apparire delle Ford Falcon senza targa richiamava, come la pinna di un pescecane, una realtà sommersa di tortura e sterminio” (Dal discorso pronunciato il 10 dicembre del 2004, dopo aver ricevuto la Cruz de l’Orden del Libertador General San Martín).Trentamila persone sono infatti uccise attraverso i “voli della morte” (che consistono nel gettare vivi nell’Oceano Atlantico o nel Rio de la Plata gli oppositori politici) oppure fatte sparire nelle caserme, trasformate in veri e propri centri di tortura.

Calamai, anche in questo caso, si adopera per salvare quante più vite possibile, mettendo a punto una rete di soccorso e informazione che comprende l’inviato del ‟Corriere della Sera” Giangiacomo Foà, il rappresentante della Cgil a Buenos Aires Filippo Di Benedetto, un frate coraggioso, alcuni volontari dell’ambasciata e suo fratello, che lavora a ‟Rinascita”. Egli riesce a mettere al sicuro almeno trecento persone, accogliendo in Consolato e a casa sua molti perseguitati (italiani e non), fornendo loro falsi documenti per permetterne l’espatrio in Italia e arrivando in alcuni casi fino ad accompagnarli personalmente in aeroporto. Si adopera anche per avere notizie sui desaparecidos fino a quando, nel 1977, viene richiamato a Roma per altre missioni.

Nel 2000, in Italia, Enrico Calamai testimonia nei procedimenti penali contro otto militari argentini responsabili della morte di cittadini italiani durante il regime di Videla. Su sua richiesta, inoltre, si costituisce nel 2002 il Comitato per la Promozione e Protezione dei Diritti Umani, una rete di 72 organizzazioni attive nella promozione e protezione dei diritti umani, di cui Enrico Calamai è primo Portavoce fino al gennaio 2005.

Il 10 dicembre del 2004, inoltre, il diplomatico italiano ha ricevuto la Cruz dell’Orden del Libertador San Martin (la massima onorificenza cavalleresca dello Stato dell’Argentina), per essersi battuto in difesa dei diritti umani durante gli anni della dittatura e nel 2010 gli è stato dedicato dalla ONLUS Gariwo un albero nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo con sede a Milano.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO:

E. CALAMAI, Faremo l’America, Torino, Angolo Manzoni 2003.

ID., Niente asilo politico. Diplomazia, diritti umani e desaparecidos, Roma, Editori Riuniti 2003.

www.gariwo.net