Franca Jarach, il “rumore della memoria”.

SCHEDA BIOGRAFICA

Nome e cognome: Franca Jarach

Madre: Vera Vigevani Jarach

Data di nascita19/10/1957

Data della scomparsa: 25/6/1976

Luogo di arrestoBar Exedra di Buenos Aires

Luogo di detenzioneESMA

Destino: tortura e volo della morte

https://images2.corriereobjects.it/methode_image/2014/01/19/Speciali/Foto%20Gallery/pt1_3_MGzoom.jpg?v=20140119215341

Franca Jarach in una foto scattata dal suo fidanzato poco tempo prima che venisse sequestrata a 18 anni. L’immagine è appesa nella cameretta della sua casa di Buenos Aires dove ancora vive la madre Vera Vigevani Jarach.

Franca Jarach, il “rumore della memoria”.

Vera Vigevani Jarach, ebrea italiana residente in Argentina, nella serie web che è stata dedicata alla triste vicenda occorsa alla figlia Franca Jarach, si definisce una “militante della memoria” con le seguenti parole: «Mi chiamo Vera Vigevani Jarach e ho due storie: io sono un’ebrea italiana e sono arrivata in Argentina nel 1939 per le leggi razziali; mio nonno è rimasto ed è finito deportato ad Auschwitz. Non c’è tomba. Dopo molti anni, altro luogo, in Argentina, altra storia: mia figlia diciottenne viene sequestrata, portata in un campo di concentramento e viene uccisa con i voli della morte. Non c’è tomba. Queste due storie indicano un destino comune e fanno di me una testimone e una militante della memoria».

Vera, infatti, porta con sé il peso di tre tragedie: le leggi razziali del fascismo e il suo esilio, da bambina, in Argentina; la cattura del nonno materno, Ettore Camerino, deportato e ucciso ad Auschwitz; il sequestro e l’assassinio della giovanissima figlia Franca Jarach, oppositrice del regime golpista. Negli anni Settanta, infatti, nel tragico periodo della dittatura militare di Videla, un’intera generazione di adolescenti dell’ambiente liceale di Buenos Aires, politicamente impegnati, si ritrova perseguitata. Ragazze e ragazzi dai 15 ai 20 anni sono costretti ad abbandonare il paese, divenuto teatro di sparizioni inquietanti. A Buenos Aires Vera vive con il marito e la figlia Franca, diciottenne impegnata socialmente, che si ribella alla politica repressiva dell’Argentina del suo tempo e per questo è espulsa dalla scuola. Poco tempo prima di essere sequestrata si unisce al movimento studentesco “UES” (Unión de Estudiantes Secundarios), che si oppone al regime di Videla.  La madre Vera e suo marito, consapevoli del rischio che corre la propria figlia, le consigliano più volte di tornare in Italia ma la ragazza oppone sempre un fermo rifiuto. Il 25 giugno 1976, mentre si trova nel bar Exedra di Buenos Aires, Franca scompare. Il fidanzato, cui la giovane ha confessato pochi minuti prima per telefono di essere preoccupata per aver perso la sua borsetta, avverte immediatamente gli Jarach, che due settimane dopo ricevono una telefonata da parte della figlia. Franca li rassicura dicendo di stare bene e di essere detenuta presso la Seguridad de la Coordinación Federal. In realtà la telefonata è solo un diversivo dei militari, che hanno condotto Franca all’ESMA, la Escuela de Mecánica de la Armada, adibita a centro di detenzione e tortura dei ribelli.

La detenzione di Franca dura qualche settimana perché nello stesso mese sono condotti all’ESMA moltissimi giovani e le celle scarseggiano. I militari decidono così di uccidere dei prigionieri per fare posto ai nuovi arrivati.  A metà luglio, pochi giorni dopo aver parlato con i genitori, Franca Jarach è quindi vittima di un “volo della morte”, la feroce pratica con cui gli oppositori del regime di Videla sono drogati e gettati vivi da un aereo, con delle catene ai piedi, nell’Oceano Atlantico o nel Rio de la Plata.

La perdita del nonno ad Auschwitz e il lutto della figlia desaparecida hanno segnato la vita di Vera Vigevani Jarach e sono entrambi causati dalla politica di uno Stato dittatoriale. Vera, senza una tomba e un corpo su cui poter piangere i suoi cari scomparsi, si è dedicata allora a un’opera infaticabile di testimone della memoria, entrando nella militanza delle Madri di Plaza de Mayo (l’importante associazione delle madri dei desaparecidos) e partecipando a numerosi incontri con studenti e iniziative culturali.

Sulla vicenda di Vera Vigevani Jarach è uscita nel 2015 per RCS Corriere della Serala toccante serie web Il rumore della memoriain sei puntate, dirette da Marco Bechis.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO:

R. TALLERICO, Impossibile gridare, si ulula. Storie di desaparecidos italo-argentini, Roma, Aracne Editrice 2015.

V. VIGEVANI JARACH, E. M. SMOLENSKY, Tante voci, una storia. Ebrei italiani in Argentina (1938-1948), Bologna, Il Mulino 1998.

V. VIGEVANI JARACH, D. GUELAR, B. RUIZ, I ragazzi dell’esilio. Argentina (1975-1984), Roma, 24 marzo Edizioni 2013.

Serie web su Franca Jarach: https://www.corriere.it/cultura/speciali/2014/il-rumore-della-memoria/