Giulia (Giugiù) De Marco: storia di una generosa famiglia atessana.

SCHEDA BIOGRAFICA 

Nome e cognome: Giulia (detta “Giugiù”) De Marco

Data di nascita: 3 gennaio 1901

Data di morte: 21 febbraio 1998

Genitori: Alfredo De Marco (1880-1961) e Giuseppina Rucci (1878-1946)

Occupazione: maestra elementare

Persone salvate: famiglia  Dente (Leon Dente, Iole Moscato Dente, Fortunata Battino Dente, Sergio Dente, Daisy Dente Modigliani)

Onorificenza: Giusto tra le Nazioni

Fonte dell’immagine: http://db.yadvashem.org/righteous/righteousName.html?language=en&itemId=5723519

GIULIA DE MARCO: STORIA DI UNA GENEROSA FAMIGLIA ATESSANA.

Durante il secondo conflitto mondiale, dopo l’8 settembre del 1943, gli abitanti di Atessa (in provincia di Chieti) accolgono circa duemila profughi, vittime innocenti della guerra, proteggendoli nelle proprie case, nelle capanne dei pastori, perfino in grotte scavate nel tufo. Tra i vari beneficati, si ricorda la famiglia ebrea di Leon (detto “Nello”) Dente, nascosta dagli atessani durante l’occupazione tedesca del paese e così salvata dalla cattura e dalla deportazione nei campi di sterminio.

La famiglia Dente è composta da Leon (nato a Corfù ma di cittadinanza inglese ed emigrato in Italia nel 1913), Iole Moscato e dal figlio Sergio. I Dente vivono ad Imperia (dove Leon trova lavoro come direttore di una fabbrica d’olio) e sotto il regime fascista subiscono le discriminazioni imposte nei confronti degli ebrei dalle leggi razziali del 1938. Quando nel luglio del 1940 l’Italia entra in guerra a fianco della Germania, Leon Dente subisce la sorte di tutti gli ebrei con cittadinanza straniera: è arrestato come cittadino di una nazione nemica. Dopo alcuni mesi di carcere è inviato al confino in Abruzzo, a Pizzoferrato, ove è raggiunto dalla famiglia. All’arrivo dell’inverno, i confinati sono trasferiti in regime di internamento libero a Villa Santa Maria. Qui il figlio di Leon, Sergio, essendo ebreo, non può frequentare la scuola pubblica, per cui è affidato a una maestra privata, Giulia De Marco. Quest’ultima instaura un buon rapporto non solo con Sergio ma con l’intera famiglia Dente, cui offre ospitalità nella propria casa, nella vicina Atessa (in provincia di Chieti).

Dopo l’8 settembre del 1943, quando i Dente sono trasferiti in confino a Lanciano, l’arrivo dei tedeschi mette in pericolo la famiglia ebrea, che nel frattempo si è allargata con la nascita della figlia Daisy nel 1942. Leon, insieme alla moglie, ai figli e alla madre ottantenne (Fortunata Battino Dente) lasciano quindi Lanciano e raggiungono l’abitazione ove la maestra Giulia vive con i suoi genitori, ad Atessa, vicino alla linea del fronte da cui stanno avanzando le truppe inglesi. I De Marco vivono in una vecchia casa fortificata (che secondo alcuni studiosi sarebbe stata originariamente il castello della città), per accedere al quale bisogna salire cinquecento scalini e così la loro dimora è considerata un luogo sicuro per dare rifugio agli ebrei. Nel “castello”, Leon ricava nell’attico una stanza segreta che può essere raggiunta solo da una scala. In tre diverse occasioni, i tedeschi visitano l’antica dimora per requisirne cibo e altri oggetti ma fortunatamente la famiglia Dente non viene scoperta. I De Marco provvedono con grande gentilezza e generosità a ospitare fino al 22 novembre del 1943 Leon e i suoi cari, sfamandoli e non esitando nemmeno a portarli con sé nella cantina (scavata nel tufo) della vicina di casa Margherita Fiocco, per ripararsi dai bombardamenti, sfidando il pericolo di essere scoperti dalle SS che perlustrano quotidianamente il paese. Il 23 novembre del 1943, arrivano gli Alleati ad Atessa, ponendo termine all’incubo dei Dente, che grazie alla maestra e alla sua famiglia sono stati salvati dalla deportazione e dai campi di concentramento.

Anche Giovanni Finzi-Contini, componente della famiglia ebrea resa celebre dal romanzo di Bassani e dal film di Vittorio De Sica dal titolo Il giardino dei Finzi-Contini, deve la sua salvezza alla generosità dei cittadini di Atessa, che hanno nascosto lui (un ragazzino, allora, di undici anni) e i suoi cari. Giovanni ricorda nel romanzo di guerra Quell’autunno dei piccoli fiumi il drammatico viaggio della famiglia (composta dai genitori, tre figli e la nonna) che, fuggita da Milano bombardata, attraversa le montagne del territorio abruzzese e supera i piccoli fiumi, “salati e tiepidi per le lacrime e il sangue”, trovando infine “tenera accoglienza” da parte degli atessani per quattro mesi.

Nel 2006 lo Yad Vashem ha riconosciuto la famiglia De Marco come Giusti tra le Nazioni e la medaglia è stata consegnata a Roma, nel 2007, alla nipote Licia Bozzelli.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO:

S. CAPOGRECO, I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943), TorinoEinaudi 2004.

G. FINZI-CONTINI, Quell’autunno dei piccoli fiumi: romanzo di guerra, Ospedaletto (PI), Pacini 2014.

G. ORECCHIONI, I sassi e le ombre: storie di internamento e di confino nell’Italia fascista. Lanciano 1940-1943, Roma, Edizioni di storia e letteratura 2006.

F. PAZIENTE, Gli ebrei in provincia di Chieti 1938-1944, Ortona (CH), Edicola Editrice 2016.

Database e storie dei Giusti dello Yad Vashem: db.yadvshem.org.