Jan Karski, “la mia testimonianza davanti al mondo”.

SCHEDA BIOGRAFICA

Nome e cognome: Jan Kozielewsky (più noto come Jan Karski)

Luogo e data di nascita: Łódź (Polonia), 24 giugno 1914

Luogo e data di morte: Washington, 13 luglio 2000

Nazionalità: polacca

Professione: ufficiale e diplomatico

Attività: missione diplomatica di far conoscere la Shoah e la situazione della Polonia occupata alla comunità internazionale

Onorificenza: Croce Virtuti Militari, Croce dell’Esercito Nazionale, Giusto tra le Nazioni, Ordine dell’Aquila Bianca, Medaglia della Libertà.JAN

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KARSKI, “LA MIA TESTIMONIANZA DAVANTI AL MONDO”.

Jan Kozielewsky, più comunemente noto con lo pseudonimo di Jan Karsky, durante il secondo conflitto mondiale è stato un esponente della resistenza polacca, militante nell’Armia Krajowa (Esercito Nazionale), con l’incarico di far conoscere alla comunità internazionale la situazione del suo paese  e soprattutto la tragica realtà dei centri di sterminio.

“Non le darò istruzioni né le farò raccomandazioni… Dovrà soltanto riferire obiettivamente quello che ha visto, raccontare quello che ha vissuto in prima persona e ripetere ciò che in Polonia le è stato ordinato di dire su coloro che vivono là e negli altri paesi occupati d’Europa”: questa è la missione affidata dal premier Sikorski a Jan Karski, che adempie in modo coraggioso e avventuroso alla missione di informare gli Alleati delle persecuzioni antiebraiche e di come i polacchi non abbiano mai smesso di lottare per la libertà.

Jan nasce a Łódź nel 1914; dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza e scienze diplomatiche presso l’Università di Leopoli nel 1935, si prepara alla carriera di diplomatico con una serie di stage all’estero.

Nel 1939 si arruola in cavalleria e dopo l’invasione della Polonia è catturato e rinchiuso in un campo di prigionia sovietico; Jan riesce però a scappare e si unisce alla Resistenza, mentre la maggior parte dei suoi compagni sarà fucilata dai russi. Mentre si trova in Slovacchia, nel 1940, è catturato e torturato dalla Gestapo; nel timore di poter rivelare sotto tortura i nomi dell’organizzazione, si taglia le vene ma viene ricoverato in ospedale, da cui la Resistenza lo aiuta a evadere.

Nel 1942, egli compie un’impresa incredibile: si infiltra nel ghetto di Varsavia e nel campo di transito di Bełzec , riuscendo a uscirne indenne, per denunciare alla comunità internazionale  l’operato dei nazisti nei confronti dei polacchi e degli ebrei di ogni nazionalità. Tornato a Varsavia, compie un avventuroso e pericoloso viaggio per portare a Londra i microfilm di centinaia di documenti e descrivere la situazione tragica in cui versano la Polonia e gli ebrei. Nel febbraio del 1943, Karsky incontra il segretario di Stato britannico Anthony Eden, che risponde negativamente alla sua richiesta di aiuto. A luglio dello stesso anno, Karski giunge negli Stati Uniti per incontrare il presidente Roosevelt, ma le sue speranze sono deluse. Anche i principali esponenti delle comunità ebraiche britanniche e statunitensi sono increduli all’ascolto dei suoi racconti;  è nota l’affermazione paradigmatica dell’ebreo Felix Frankfurter, magistrato della Corte Suprema statunitense, che afferma: “Io non dico che questo giovane stia mentendo, ma che sono incapace di credergli”.

Visto che suo appello non viene raccolto, Jan Karski affida il suo messaggio a un libro, pubblicato nel 1944 con il titolo: La mia testimonianza davanti al mondo. Storia di uno Stato segreto.

Durante la guerra, Karski rimane negli Stati Uniti perché ormai è un volto noto per i tedeschi; negli anni della “guerra fredda” egli decide di non tornare in Polonia, entrata nell’orbita comunista. Nel 1954 diventa cittadino degli Stati Uniti e insegna alla Georgetown University fino alla pensione nel 1984.

L’operato di Karski è stato riscoperto a livello mediatico quando è stato intervistato dal regista Claude Lanzmann per il suo celeberrimo Shoah(1985), completando così la sua missione di testimone, ricordando l’indifferenza degli Alleati di fronte alla tragedia del genocidio.

Jan Karski è stato insignito, durante la guerra, della Croce Virtuti Militari e della Croce dell’Esercito Nazionale; nel 1982, è stato dichiarato “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem. Gli è stato poi consegnato nel 1995 l’Ordine dell’Aquila Bianca, uno dei massimi riconoscimenti polacchi, mentre il presidente degli Stati Uniti Barack Obama gli ha assegnato postuma, nel 2012, la Medaglia della Libertà. 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO

J. KARSKI, La mia testimonianza davanti al mondo : storia di uno stato segreto (a cura di Luca Bernardini), Milano, Adelphi, 2001.

E. TH. WOOD, S. M. JANKOWSKI, Karski: How One Man Tried to Stop the Holocaust, Hoboken (New Jersey), John Wiley & Sons Inc., 1994.

Database e storie dei Giusti dello Yad Vashem: db.yadvashem.org

https://it.gariwo.net/giusti/biografie-dei-giusti/shoah-e-nazismo/figure-esemplari-segnalate-da-gariwo/jan-karski-111.html

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