SCHEDA ANAGRAFICA
Nome e Cognome: Sissel Emilia Vogelmann
Luogo e data di nascita: Torino, 3 settembre 1935
Luogo di arresto: Sondrio
Data di arresto: 20 dicembre 1943
Luogo di detenzione: Carcere di Firenze
Partenza per il campo: Milano, Binario 21, il 30 gennaio 1944
Campo di destinazione: Auschwitz
Data di arrivo al campo del convoglio: 6 febbraio 1944
Destino: Morta nel campo di Auschwitz il giorno del suo arrivo
Data di morte: 6 febbraio 1944
Fonte dell’immagine: http://digital-library.cdec.it/cdec-web/imageViewPort/fotografico/1024?nomeImg=/207-D1-Deportati-Torino-CRDE/207-180-Disegni-Vogelmann-Anna-Vogelmann-Sissel-Emilia.jpg
SISSEL VOGELMANN: SE AVESSE POTUTO VIVERE…
Sissel Emilia Vogelmann nasce da Schulim Vogelmann e Anna Disegni a Torino il 3 settembre 1935. Arrestata a Sondrio e deportata nel campo di Auschwitz, non è sopravvissuta alla Shoah.
È commovente pensare a una bambina di otto anni, con i suoi boccoli biondi e gli occhi di cielo, che parte dal famigerato Binario 21 della Stazione Centrale di Milano verso la morte, trovata in una camera a gas insieme alla madre Anna Disegni, nel medesimo giorno del suo arrivo ad Auschwitz, il 6 febbraio 1944.
Il padre di Sissel, Schulim Vogelmann, è l’unico ebreo deportato dall’Italia che si sia salvato grazie all’operato di Oskar Schindler. Al termine della guerra, Schulim torna in Italia, a Firenze, e forma una nuova famiglia; il figlio Daniel, nato da queste seconde nozze, è l’editore della casa editrice La Giuntina, che ha pubblicato il romanzo La foto sulla spiaggia, in cui l’autore, il Colonnello dei Carabinieri Roberto Riccardi, narra l’adolescenza e la giovinezza che Sissel (che nel libro prende il nome di “Alba”) avrebbe potuto avere se non fosse stata crudelmente deportata e uccisa.
«Ho immaginato una bambina di quegli anni con i sentimenti che si avevano allora, con i discorsi che si potevano fare, con la purezza e la semplicità che contraddistinguevano quel tempo. Credo che fosse possibile per lei una giovinezza come quella che racconto: Sissel era certamente una bambina che aveva quei sentimenti, perché questo emergeva dai racconti di suo padre. Ci sono anche alcune sue letterine molto belle, come una che per esempio aveva mandato alla nonna per ringraziarla di un berretto che le teneva caldo d’inverno. Era una bambina sempre sorridente, allegra, buona. La storia di Alba è un’evoluzione che mi è assolutamente sembrata poter appartenere a Sissel» (Roberto Riccardi).
Il romanzo è esplicitamente dedicato non solo a Sissel Vogelmann ma a tutti i bambini e a tutti coloro che sono morti ad Auschwitz.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO
L. PICCIOTTO, Il libro della memoria: gli ebrei deportati dall’Italia, 1943-1945, ricerca della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea, Milano, Mursia, 2002, pp. 77-80, pp. 66-71.
R. RICCARDI, La foto sulla spiaggia, Firenze, La Giuntina 2012.